Un menu di fine estate. E si riprende.
Cucinando, apparecchiando, viaggiando... sempre alla scoperta di qualcosa di interessante
Buongiorno e ben trovati!
Ti voglio dire subito una cosa: quanto mi è mancato il “nostro” appuntamento!
Questa comunità che ruota intorno alla mia cucina, alla mia tavola, al mio mondo, come puoi immaginare, è un dialogo virtuale che va ben oltre questo scritto. Quando viaggio e noto qualcosa di interessante; quando cucino, apparecchio o sistemo i fiori, c’è quasi sempre un pensiero rivolto anche a te che leggi.
E allora, felice di riprendere, con energia rinnovata, ti invito a prendere un tè o caffè e dedicarti un momento.
Da dove inizio? Dallo snodare alcuni ricordi di un’estate passata in fretta, a dire il vero, senza essermi resa conto di essere arrivata già a settembre. Avrei voluto chiudere tutto, in realtà difficilmente ho passato una giornata senza prendere appunti.
Dopo la “vera” vacanza, che per me significa non fare nulla, neppure il caffè (è successo a giugno, in Sicilia) ho trascorso i mesi di luglio e agosto tra mare (Abruzzo) e montagna (Valle d’Aosta). I nostri luoghi, perché - siamo fortunati, sì- rappresentano casa.
Prima di partire, come ogni volta, ho immaginato di percorrere tanti chilometri e scoprire qualcosa di nuovo. Devi sapere che su Instagram raccolgo post di viaggi più che di food. E sognare di viaggiare è cosa che faccio non appena prendo in mano la mia agenda e cerco di spazi per segnare una partenza. Per lavoro o per diletto. E quindi ero arrivata con un elenco di posti da visitare. Poi, vuoi il caldo, vuoi altre priorità (o impedimenti) ho fatto molto, molto meno rispetto a quello che avevo programmato.
Ma una bella scoperta l’ho fatta. In Abruzzo. Una vera chicca.
Dopo aver percorso una strada di una bellezza unica, il passo delle Capannelle, sono arrivata al lago di Campotosto e nel paese ho finalmente conosciuto l’archeologa e tessitrice, Assunta Perilli, di cui avevo letto e sentito parlare molto. Si occupa di tessitura a mano e di lavorazioni tradizionali della lana, del lino e della canapa.
Una passione, la sua, nata dal ritrovamento di un vecchio telaio della nonna, abbandonato in cantina. E lei, con gran tenacia e con l’aiuto di persone anziane del paese , lo ha rimesso in funzione. Non solo.
Con innato spirito di ricercatrice ha studiato e catalogato i tessuti della zona, ha dato vita alla filiera del lino, iniziando dal recupero dei semi di lino incontaminati ereditati da un'anziana signora del luogo, nonna Laurina.
Entrare nella sua bottega è stata una grande emozione. Storia di chi resiste, innanzitutto a un terremoto (quello de L’Aquila, 2009) che ti toglie la casa e la bottega. Ti costringe - ancora oggi - ad avere telai anche in camera da letto perché la bottega è piccolissima, una stanza in una casetta di legno prefabbricata (lo sono anche la farmacia, l’ufficio postale, la chiesa… no comment!).
Come puoi capire dalle immagini, Assunta è una di quelle persone che a denti stretti cerca di fermare il tempo, di tenere vive certe tradizioni e competenze. Ma è come tentare di arginare un fiume in piena che è quello del low cost, dell’uso e getto…
Uscendo, mi sono detta: cosa ne può sapere una ragazza di oggi (che tendenzialmente acquista magliette da 5 euro su siti stranieri) di un pezzo di stoffa tessuto al telaio su cui Assunta lavora un’intera giornata?
Che ne sa, la stessa ragazza, che arreda casa preferendo mobili economici, ma pratici e facili da pulire, di un pezzo vintage, sicuramente più sostenibile ma troppo sbatti passare l’antitarme…? Che ne sa - se nessuno glielo ha mai fatto notare - che un piatto di ceramica fatto e decorato a mano ha almeno 5 passaggi prima di essere venduto?
Sono stata davvero molto toccata da quella realtà. E sono tante le riflessioni che si potrebbero fare. Onestamente, non so come faremo a difenderci da questo fiume in piena. Ma solo a me capita di sentirmi il fuoco addosso quando indosso certi abiti apparentemente di lino o cotone?
Forse, dico forse, prendendo coscienza noi stessi che dobbiamo rivalutare il concetto del poco e buono, poco e di qualità. In ogni campo.
Meno aperitivi, più spesa cosciente a casa, per favore. Meno “mangiatoie” come io definisco i locali che prendono lo spazio di negozi storici e spuntano come funghi in ogni dove nelle città, deturpano paesi con i tavolini sparsi in tutte le piazze chiuse al traffico, offrono piatti semi pronti (non hanno di certo cucine vere, di solito scaldano o friggono). E non raccontiamoci il non ho tempo, il costa troppa fatica, perché se vogliamo che qualcosa cambi, se vogliamo che quel lavoro sia riconosciuto e sia pagato dignitosamente, uno sforzo va pur fatto.
Sono convinta che una scelta direzionata alla qualità possa essere un piccolo passo. Una goccia nel mare? Sì, ma il mare è fatto di milioni di gocce…
Qualità (e anche un giusto prezzo) è quella che trovo in un mercato contadino di città, a Milano, dove faccio molto spesso la spesa (il martedì a piazzale Principessa Clotilde, io vado molto presto, se vuoi ci incontriamo) dove ho comprato l’uva usata per fare la focaccia che ho pubblicato stamattina sui social con tanto di ricetta.
Qualità è quella dei prodotti agricoli di una cooperativa nata per aiutare e far lavorare dei ragazzi disabili. Si chiama Forrestgum, ed è una delle tante realtà da premiare. Da loro ho acquistato pomodori eccellenti, e una varietà di melone che non avevo mai visto. Si chiama melone rospo. Lo hai mai assaggiato? Buonissimo! Qui fotografato sulla tovaglietta acquistata da Assunta.
E con prodotti eccellenti ho composto il menu di fine agosto. Una cena organizzata all’ultimo minuto, sapendo che avrei avuto pochissimo tempo a disposizione.
Mi avevano regalato un pecorino fresco favoloso e all’arrivo degli ospito l’ho servito con delle cialde salate acquistate in Francia.
Una pasta molto buona, con un sugo di pomodorini. E anche qui, pasta di gran qualità, pomodorini cotti benissimo (e di questo dobbiamo parlare per bene)
Triglie, farcite con peperoni arrosto, per esaltare due ingredienti di stagione.
Gli shortcakes, sempre perfetti, veloci da fare e sempre graditi da tutti. Piacevoli a colazione con della marmellata, ottimi con gelato e salsa di frutta per un fine pasto.
E a tavola, i piatti colorati sull’azzurro.
Passiamo alle ricette e relative spiegazioni tecniche.
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