Quando cucinare è donare.
Per i nostri cari, per una persona speciale. Cucinare può assumere un significato davvero unico.
Buongiorno e ben trovati!
Come state? Io sono rientrata ieri sera a Milano dopo quattro giorni trascorsi in Abruzzo. Ho beneficiato di iodio e sole (la cura migliore per una ripresa post-influenza!), camminando in riva al mare.
E poi, visite parenti, due zie novantenni da festeggiare. Per zia Maria, mamma aveva preparato la torta (pan di Spagna e crema, bagnata al limoncello); io, partita all’alba da Milano, sono arrivata in tempo per decorarla, preparare una salsa d’accompagnamento e andare al pranzo di compleanno.
Giorni di sole al mattino, pioggia al pomeriggio. Giorni dedicati sopratutto a mia madre. Perché so bene che a lei non potrei fare regalo più importante se non un po’ del mio tempo.
Negli ultimi anni ho sempre organizzato dei piccoli viaggi per noi due. A volte solo una mezza giornata, poche ore per farle scoprire posti nuovi, un pic nic a sorpresa, un santuario da visitare, e lei - che conserva ancora la curiosità e lo stupore di sempre - si è sempre ritemprata alla vista di un monumento o un paesaggio.
L’ultimo lo abbiamo fatto a marzo, doveva fare un intervento chirurgico, in Liguria. Ne ho approfittato per portarla a Chiavari, Genova, Camogli; a Santa Margherita, e sopratutto a Portofino, dove era stata in viaggio di nozze e aveva tanto desiderio di tornare. E così abbiamo pranzato in piazzetta, godendo la quiete del fuori stagione, il bel sole e la natura intorno, mentre mi raccontava quel primo viaggio con papà.









Spesso i ricordi dei nostri momenti trascorsi insieme riempiono le nostre conversazioni. Sedute su una panchina sul lungomare di Santa Margherita Ligure, baciate dal sole, ognuna intenta a leggere la propria rivista, ci è tornato in mente quanto fossimo entrambe appassionate di moda (entrambe collezioniste di scarpe e borse) e arredamento. Lei negli anni ‘70 aveva voluto una casa moderna, tutta aperta, niente porte se non nella zona notte, mobili di design, linee pulite. Io invece amavo l’antico e la casa avvolgente e su questo discutevamo animatamene (come avrei voluto un letto con qualche pizzo e merletto!) ma oggi le riconosco il suo essere stata all’avanguardia.
Mamma veniva a trovarmi a Roma, anche in giornata. Quante volte mi raggiungeva in ufficio per l'ora di pranzo, commentavamo le vetrine mentre camminavamo verso i “nostri” posticini, il bar Ciampini in piazza San Lorenzo in Lucina o il ristorante a piazza Fontanella Borghese (oggi non c’è più) dove sceglievamo sempre le tagliatelle al salmone, ai tempi erano di gran moda (chi le ricorda?). Dopo di che, io tornavo in ufficio, lei in Abruzzo. Felici di aver trascorso quel tempo insieme. Più della borsa Chanel (ai tempi era uno dei miei grandi desideri e che arrivò per la mia laurea), quei momenti trascorsi insieme sono tutti incorniciati, qualcosa di prezioso.
Oggi vivo una fase ben diversa. Sono io che le dedico attenzioni e tempo, mi prendo cura di lei.
Arrivo da lei come una Merry Poppins: organizzo, sistemo, risolvo. E, ultimamente, proprio lei, che non avrebbe mai lasciato il suo regno-cucina, comincia ad apprezzare che qualcuno (non chiunque, ovviamente) cucini per lei. Motivo per cui ieri mattina sono andata a fare la spesa e le ho preparato di tutto. Per più giorni avrà verdure e brodi già pronti, messi in contenitori e riposti tra frigorifero e freezer. Così dovrà solo scaldare e completare.
Ogni tanto ho fatto uno scatto, ma ahimè avevo un treno da prendere, e non ho potuto soffermarmi per documentare gli step-by-step di una cucina estemporanea. Ma ti racconto brevemente cosa e come ho fatto.
Comincio con una teglia all-in-one: cipolla fresca con patate e zucchine, affettate, condite con olio e sale messe alla base della teglia da forno. Tre pezzi di pollo. Erba cipollina e salvia. In forno dapprima a 200°C per i primi 15 minuti e poi abbassato a 180°C e proseguito per altri 25 minuti.
Il merluzzo, invece, l’ho cotto in padella ben coperta, con un dito di acqua e poco olio, qualche spicchio d’aglio e dei gambi di prezzemolo, erba cipollina e due scorzette di limone. A parte, le zucchine, saltate in padella profumate con molta maggiorana e timo e sul finale del succo di limone.
E poiché lei adora l’aroma del limone e va matta per il risotto, ne ho preparato uno bianco, cotto con un brodo aromatico (limone e salvia) e finito con manteca di Agnone, scorza di limone grattugiata, molta salvia e i suoi fiori. Quando disponibili, io uso sempre i fiori delle erbe aromatiche (se le api attingono da loro per il prezioso miele, ci sarà un motivo, no?).
Infine, un’ottima zuppa: base cipolla fresca affettata sottilmente, cotta con un filo d’olio e quindi aggiunto le bietole, mondate e tagliate, le patate a cubetti, del pomodoro pelato, infine dei ceci precedentemente cotti. Tanto timo e maggiorana, un filo d’olio per completare. Provala anche a temperatura ambiente, è squisita.
Mi piace immaginare che per la festa della mamma avrà qualcosa di mio. Molto più di un regalo da scartare. Un sapore, un profumo…
Mia nonna materna negli ultimi anni di vita ha sofferto di demenza senile. Mamma andava a trovarla e le portava sempre dei piatti che sapeva essere stati i suoi preferiti. Nonna non la riconosceva, ma al primo boccone già le brillavano gli occhi e ringraziava la “signora” che le aveva portato quei semplici fagiolini e patate con il sughetto di pomodoro fresco ed erba pepe...
La cucina ha questo potere. E allora vale la pena conservare i ricettari di casa, tramandarli, farli rivivere.
Cucinare per donare.
Ti auguro un piacevole fine settimana. E tanti auguri a tutte le mamme. Tutte.
Un caro saluto
Francesca
Che bello leggere tutte queste parole di amore verso i tuoi cari.
Le ricette poi sono delle leccornie ed è giusto proporle sempre.
Tanti auguri an che a te cara Francesca e a tutte le mamme e nonne.,
non solo domani ma sempre quando abbiamo del tempo, anche solo
qualche minuto.