La tovaglietta
All'americana o all'inglese. Quando è entrata nelle nostre case? In più, quando e come si apparecchia con la tovaglietta?
Buongiorno e ben trovati!
Tempo fa mi è balzata in testa la brillante idea di cercare di mettere in ordine le tovagliette che ho sparse in tre posti diversi: quelle per la quotidianità nel cassettone della cucina, vicino al tavolo. Alcune, ricamate, di lino chiaro, sono tra le tovaglie dello stesso colore; altre ancora, per lo più colorate e tenute da più conto, non sono a portata di mano, per prenderle devo prendere una scaletta.
Avrei voluto trovare una soluzione più comoda ma non ce l’ho fatta e sono tornate alla posizione di partenza.
Ne ho tante, sì. Perché apparecchio per lavoro, e perché mi piace cambiarle. A seconda della stagione e dei mood. Esattamente come avviene per scarpe, vestiti o borse.
Nel tempo si cambiano gusti, si risente anche delle tendenze, delle “mode”. Considerando che le prime risalgono a quarant’anni fa… nel tempo ne ho accumulate un’infinità!!!!
A casa nostra non si usavano, mia madre apparecchiava sempre con la tovaglia. Sua sorella invece, più “moderna” e sicuramente persona pratica e organizzata, aveva dei bei copri tavolo-tovaglia e poi metteva le tovagliette all’americana. Ricordo quei discorsi tra sorelle… “in questo modo la tovaglia si sporca meno…”
Io che ho sempre prestato particolare attenzione alle chiacchiere tra signore e loro scambi di consigli sulla conduzione della casa o sulle ricette, captavo certe frasi e le riponevo tra quelle da ricordare, presto mi serviranno, mi dicevo, desiderosa come ero di avere quanto prima una casa mia, una famiglia mia…
A me mi piaceva molto quel modo di apparecchiare con le tovagliette all’americana (o all’inglese) pratico, colorato, sopratutto nuovo, contemporaneo, che cominciavo a notare anche nelle vetrine dei miei negozi preferiti.
Fatto sta che, da universitaria, a Roma, appena messa su la mia casetta, acquistai quattro tovagliette.
Erano nere, in tessuto plastificato, lucide, morbide, a forma di foglia. Mi piacevano sul tavolo color noce e con i piatti bianchi. Mia madre ricorda spesso quando un giorno arrivò a Roma, al mattino, molto presto, e rimase a bocca aperta nel vedermi fare colazione con la tavola apparecchiata con tovaglietta, tazza carina, piattino e l’immancabile alzatina per i biscotti (vita system integrali, per caso li conoscevi? Non esistono più). La tavola ben messa per me era cosa essenziale già allora.
Successivamente, una mia amica mi regalò i classici placemats inglesi, quelli con la superficie colorata e base di sughero, e così li alternavo agli altri. Se eravamo più di quattro, apparecchiavo con la tovaglia. Ne avevo tre, acquistate a un banco del mercato di via Alessandria, quando a fine anni ’80 cominciavano a diffondersi i tessuti russi che avevano costi molto inferiori ai nostri.
Nel mentre, la tovaglietta aveva fatto il suo ingresso anche a casa dei miei genitori e ma solo d’estate, sul tavolo della terrazza. Io, invece, da sposata l’ho sempre usata, sia per la prima colazione e sia per i pasti in famiglia, come avevo visto a casa di zia.
Ma quando è nata la tovaglietta e quando è corretto apparecchiarci la tavola? Cosa dice il galateo? Tovaglia+tovaglietta, si può?
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