5 idee per stuzzichini salati o dolci
Si preparano in anticipo, sono semplici, basta renderli un po' speciali. In più, come mi organizzo quando gli ospiti sono tanti, gli spazi limitati, e la cucina è poco attrezzata.
Buongiorno e ben ritrovati.
Ti faccio una confessione: ieri sera, al termine dell’ultimo evento milanese, impacchettando e riponendo delle decorazioni, mi sono resa conto di cuna cosa: iniziando a parlare di Natale e dovendo (per ragioni di lavoro, ovviamente) preparare l’albero e vari menu sin dalla fine ottobre, mi sembra di aver già vissuto mille volte il Natale, ma solo quel lato più effimero. Tante corse, una dietro l’altra, giornate senza fine e nottate passate a preparare, sistemare, organizzare.
Stamattina, all’alba, mentre vedevo scendere fiocchi di neve, e in cucina preparavo gli ultimi biscotti da regalare, bevendo una tisana fumante, ho avvertito il desiderio/necessità di prepararmi spiritualmente per poter vivere appieno il vero senso del Natale, a cominciare dalla visita al cimitero, ai saluti ai parenti; quello spirito che ritrovo anche tornando nei luoghi della mia infanzia. Ecco, sempre più, ogni anno, ho il desiderio di riappropriarmi di quel Natale…
Si era già a casa dei nonni, in trepidante attesa... Ai primi rintocchi della campana, quel suono, così allegro, a noi piccoli faceva subito esultare di gioia, ci annunciava l’arrivo del Natale. Ancora una volta, si compiva la magia.
A Lanciano, il paese di mia madre, è tutt’oggi molto sentita la tradizione de La squilla: la sera del 23 dicembre, dalle 6 alle 7, suona ininterrottamente la campana della Torre civica, una melodia che richiama tutti ed invita ad andare a casa, a riunirsi con la propria famiglia, a dimenticare dissidi e discordie che casomai si sono avuti durante d’anno. È la tradizione che ricorda il pellegrinaggio a piedi scalzi che l’arcivescovo della cittadina, a fine ‘500 compiva verso la chiesa dell’Iconocella, a tre kilometri di distanza.
Un’ora piena di significato spirituale, di pace e armonia, di sorrisi e di strette di mano. Noi, a sera, ripartivamo da Lanciano per tornare a Gessopalena, il paese della famiglia di mio padre. Si tornava a casa con cuori esultanti e trepidanti, con la carezza del nonno, e il pacchetto dei taralli di Nonna Tilde, quelli con la scrucchiata, la confettura d’uva. Quei dolci non erano nella tradizione di casa degli altri nonni, solo a trenta kilometri, si preferivano i celli pieni con il miele e le mandorle.
In Abruzzo, la sera della Vigilia, dopo il lungo digiuno, molti seguono ancora oggi la tradizione delle sette o nove (o anche tredici) piccole pietanze. Da scegliere tra gli immancabili i fritti, in casa nostra quelli di baccalà, le crispelle (chiamate anche scripppelle o crustele, o sciosci... una pasta lievitata a base di farina e patate), il capitone (fritto o arrostito, con la foglia d’alloro), il baccalà, arrostito, con i peperoni (anch’essi arrostiti, e messi nei vasetti durante l’estate), le sarde; lezuppe di legumi (come quella di ceci con il pane fritto, di ceci e castagne, di lenticchie) oppure i fedelini o linguine con il tonno (o con le alici), a seguire, pesce in brodetto o fritto, nella zona di Vasto non mancherà la scapece, che lì prevede anche l’aggiunta dello zafferano. Frutta secca a conclusione del pasto serale, qualche carracine (fichi secchi), delle mandorle ‘nterrate oppure i torcinelli, o le crispelle, spolverate con dello zucchero. A sera, prima della Messa, l’accensione del ceppo (tecchio): viene posto nel focolare il pezzo di legno d’ulivo più grande, in ricordo del fuoco che San Giuseppe accese per far scaldare la Madonna che doveva partorire.
Tratto da Natale in Abruzzo, un libretto che scritto anni fa, se hai piacere mandami un messaggio e te lo invio in forma digitale
E per la prima volta in trent’anni di matrimonio, festeggeremo la vigilia di Natale a casa nostra, quella del mare, che non è grande.
Ma che problema c’è? Ci stringeremo!
Ho acquistato un tavolino pieghevole da aggiungere al nostro, per accomodare i 14-16 ospiti. Ho già pensato alla tovaglia, lunga 4,20 metri. Una stoffa che riprende i colori dei piatti (nuovo servizio, regalo di Natale delle mie fantastiche amiche). E così la parte più importante (per me) è organizzata. Puoi anche cucinare dei piatti semplicissimi o acquistare al negozio di fiducia i ravioli freschi, ma se la tavola è curata e le preparazioni messe perbene nei piatti da portata (vietate teglie usa e getta, se non hai altro per cucinare, meglio fare le porzioni in cucina), vedrai, tutto apparirà più bello. sono sempre della teoria Una ricetta in meno, ma più cura per la casa.
Ai regali ho già pensato con largo anticipo. Ti sembrerà cosa folle quello sto per dirti, ma nel tempo ho imparato che tutto quello che posso fare nei momenti più liberi - sopratutto d’estate - è cosa che mi fa arrivare a questo periodo con un pensiero in meno.
Dopo le plurime esperienze passate, ho capito che devo razionalizzare al massimo le uscite e i giri per negozi quindi ne scelgo due o tre, regalo a tutti la stessa cosa. E una volta trovata l’idea per i ragazzi, il più è fatto. Se non vuoi andare sulle solite calze, cappelli o guanti, devi usare un po’ di fantasia e cercare soluzioni alternative.
Vuoi sapere cosa ho preso quest’anno? Delle custodie per abiti che aiutano a organizzare meglio le valigie. Chi più chi meno, figli e nipoti viaggiano tutti, e allora credo possa essere un regalo utile, impareranno ad avere gli indumenti ben piegati e divisi?
Non è pubblicità, se sei in cerca di idee credo siano molto carini quelli che trovate tra questi accessori da viaggio, io li scelti anche in colori diversi.
Ora ti dico come mi sono organizzata per la sera della Vigilia.
In quella casa la cucina non è separata dalla zona pranzo, quindi devo cucinare il meno possibile mentre siamo a tavola: niente classico piatto di pasta con il pesce che fa parte del nostro menu della Vigilia. All'arrivo, due o tre amouse bouche, perché di certo non arriveranno tutti alla stessa ora. Pensavo a dei bocconcini di patate al rosmarino, da tenere in caldo al forno. Del buon formaggio locale e verdure crude in pinzimonio.
Sul bancone della cucina allestirò un piccolo buffet di antipasti. Preparerò diversi piatti per accontentare un po’ tutti, grandi e piccoli. Ci saranno i classici delle nostre tradizioni, sia quelle di casa Buonerba, sia quelle di casa D’Orazio. Alle nonne (contente di sentirsi ancora partecipi) farò preparare l’insalata russa e le tartine di salmone (nonna Lucia), baccalà fritto e capitone alla brace (nonna Agnese). Io farò una terrina di agrumi, i ceci di Natale (una minestra di ceci e castagne tipica della zona montana di Teramo e l’Aquila), un formaggio in crosta con salsa di cranberries, una buona insalata di pesce e diverse verdure tradizionali, tra cui la cappuccia con le alici che preparava mia nonna.
Una volta seduti a tavola vorrei soltanto scaldare in forno il primo piatto, dei fagottini di crespelle (leggere e sottili) con carciofi e con ricotta e spinaci.
E poi i dolcetti di Natale.
Mancano ancora alcuni dettagli, ma il più è organizzato.
Intanto, voglio darti dei consigli per avere in casa delle preparazioni utili per le festività.
Le tartellette di pasta phillo
Il mix di frutta secca, insaporito bene e pronta all’uso
Gli involtini di crepes, da tenere in freezer
Lo stracchino in forma
Bocconcini dolci al latte
In più, i biscotti alla melassa, se non voglia di prepararli, ti do una bella dritta.
Sono tutte preparazioni semplici, da rendere un po’ speciali ovviamente. Lo ribadisco sempre e posso sembrare noiosa e ripetitiva, cerca di rendere speciale la semplicità! Iniziamo?
Tartellette di pasta phillo
La pasta phillo è molto versatile, utile anche in sostituzione della più calorica pasta sfoglia. Una volta aperta la confezione, e srotolati i fogli di pasta, devi tenerli coperti poiché all’aria si seccano facilmente e non riesci più a gestirla.
Ritaglio 9 fogli di pasta phillo, ottenendo dei quadrati di 10 cm. Spennello ogni quadrato con dell’olio o burro sciolto. Sovrappongo 3 quadrati alternando gli angoli, e li sistemo negli stampi da mini-muffins. Faccio cuocere fino a doratura, in forno caldo a 180°C per 10 minuti circa.
Puoi prepararne in abbondanza, le conservi in una scatola chiusa per 20 giorni, anche più.
Come si riempiono?
Ricotta fresca (vaccina, di pecora o di capra a seconda dei gusti). La prepari condendola con sale, pepe e olio, ma deve essere sbattuta bene, con una frusta. Passala al setaccio, se vuoi, perché la cremosità è importante e farà la differenza. In commercio ci sono ricotte più cremose e non hanno bisogno di questo “trattamento”.
La metti in un sacchetto di quelli più resistenti, con chiusura. Puoi tenerla in frigorifero fino al momento d’uso. Tagli la punta e in questo modo potrai riempire agevolmente le tartellette.
Come completarle?
Con confettura di pomodori rossi (la puoi acquistare on line) e l’immancabile scorza di limone grattugiata. In alternativa alla confettura, delle alici dissalate e condite con olio. La qualità degli ingredienti farà la differenza.
Se hai ospiti vegetariani, prepara delle salse di verdure, ad esempio broccolo romanesco, sbollentato o cotto al vapore, e poi frullato con buon olio, e per finire delle alici oppure un pezzetto di pancetta rosolata in padella calda.
Se preferisci tartellette con pesce, prepararle con formaggio fresco, erba cipollina e salmone.
Qualsiasi sia, una raccomandazione: quando le disponi nel vassoio o piatto tienile distanziate perché, vedrai, sarà tutt’altra cosa!
Mix di frutta secca
Insaporita bene e tenuta in un contenitore chiuso ermeticamente ti potrà essere molto utile per tante preparazioni.
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